Il Museo

Castel Sant'Angelo

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Castel Sant'Angelo

Il Museo

Edificato intorno al 123 d.C. come sepolcro per l'imperatore Adriano e la sua famiglia, Castel Sant'Angelo ha un destino atipico nel panorama storico-artistico della capitale. Mentre tutti gli altri monumenti di epoca romana vengono travolti, ridotti a rovine o a cave di materiali di spoglio da riciclare in nuovi, moderni edifici, il Castello - attraverso una serie ininterrotta di sviluppi e trasformazioni che sembrano scivolare l'una nell'altra senza soluzione di continuità - accompagna per quasi duemila anni le sorti e la storia di Roma.

Da monumento funerario ad avamposto fortificato, da oscuro e terribile carcere a splendida dimora rinascimentale che vede attivo tra le sue mura Michelangelo, da prigione risorgimentale a museo, Castel Sant'Angelo incarna nei solenni spazi romani, nelle possenti mura, nelle fastose sale affrescate, le vicende della Città Eterna dove passato e presente appaiono indissolubilmente legati.

Dalla sua istituzione nel 1925, Castel Sant'Angelo ha subito numerose trasformazioni ed interventi, imponendosi nella realtà culturale capitolina quale polo attivo, in grado di catalizzare l'interesse dei milioni di visitatori che ogni anno affollano i suoi spazi per visitarne le suggestive sale, ammirarne le preziose collezioni di dipinti e manufatti, godere delle numerose esposizioni e mostre temporanee che si avvicendano all'interno del Castello durante l'anno.

Castel Sant'Angelo

La storia

Nell'ultimo scorcio del XIX secolo il castello è degradato sino al punto di svolgere le funzioni di caserma, carcere militare e magazzino per materiali da guerra; nulla o quasi si conserva del suo antico e fastoso aspetto di dimora papale: spariti gli affreschi sotto un pesante strato di intonaco bianco, riadattate ad altra funzione numerose sale di rappresentanza dell'antica dimora, in stato di abbandono tutte le strutture dell'antico monumento. A capo della caserma, che ricade sotto la giurisdizione del Ministero della Guerra, c'è il colonnello Luigi Durand de la Penne.

Questi, insieme con il suo collaboratore capitano Mariano Borgatti, concepisce per primo il progetto di riportare il monumento al suo antico aspetto destinandolo a sede del costituendo Museo dell'Ingegneria Militare. A tale scopo, a partire dal 1901 viene avviata una imponente campagna di restauro dell'edificio, che si conclude nel 1906; alla fine dell'anno il re Vittorio Emanuele III inaugura il nuovo museo, suddiviso in sei sezioni ed alloggiato in alcune delle sale del terzo e quarto livello.

Nel corso dei lavori di scavo prima, e di restauro poi, assume sempre maggior rilievo il ruolo svolto da Borgatti, ingegnere docente di architettura militare e storico dilettante. E' proprio la sua passione per la ricostruzione storica - spesso basata maggiormente su fantasiose ipotesi che sull'accuratezza filologica - ad influenzare pesantemente i lavori di restauro dell'antico mausoleo di Adriano. Nella visione di Borgatti, infatti, l'autentica struttura dell'edificio è da identificarsi unicamente nelle forme quattro-cinquecentesche del castello: ogni pre-esistenza ed ogni superfetazione posteriore, pertanto, sono arbitrariamente manipolate, con il trasferimento di arredi, manufatti e sculture architettoniche e, nel peggiore dei casi, con la demolizione di interi corpi di fabbrica.

La medesima passione è anche alla base del progetto, che prende avvio nel 1906, per la creazione di un Museo dell'Arte Medievale e Rinascimentale all'interno degli spazi del castello, che possa documentare i molteplici aspetti della vita dell'edificio e della città durante tale periodo. L'estro di Borgatti emerge chiaramente durante l'allestimento delle mostre retrospettive ospitate all'interno del castello in occasione del cinquantenario dell'Unità d'Italia, nel 1911: il capitano del Genio Militare progetta una suggestiva scenografia a cielo aperto, con la ricostruzione di alcune botteghe quattrocentesche e di una farmacia seicentesca, il posizionamento dell'Angelo di Raffaello da Montelupo nel Cortile d'Onore, la sistemazione di alcuni ambienti - tra cui gli appartamenti papali - arredati con pezzi 'in stile' della provenienza più disparata.

L'insieme era concepito per stupire i visitatori, proiettandoli in un'ideale passato della fortezza e facendoli immergere in un'atmosfera irreale, al confine tra sogno e realtà. Alla conclusione dell'esposizione, avvenuta nel giugno 1912, le competenze relative al Castello vengono suddivise tra due Ministeri: al Ministero delle Guerra viene affidata la parte bassa del monumento, comprendete i giardini, mentre il dicastero per la Pubblica Istruzione si vede affidare il vero e proprio corpo monumentale dell'edificio.

Il 4 maggio 1925, con regio decreto, viene infine istituito Castel Sant'Angelo, patrocinato dal Principe di Piemonte ed affidato alla direzione di Mariano Borgatti. Proseguono i lavori di restauro dell'edificio con l'abbattimento delle piccole costruzioni che si addossano al Passetto di Borgo, cui viene restituito l'assetto originario e con il restauro della Sala Paolina e della Biblioteca, i due maggiori ambienti di rappresentanza degli appartamenti farnesiani.

Si procede altresì alla sistemazione della varie sale, arredate con mobili e suppellettili provenienti dalle numerose donazioni che i privati effettuano. Tra le più importanti ricordiamo quella dei Conti Vittoria e Alessandro Contini Bonacossi (1878-1955) - che va ad arredare cinque sale e due gabinetti degli appartamenti papali - e quella di Mario Menotti, alcuni esemplare della quale possono essere oggi ammirati nella Sala di Amore e Psiche.

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Le collezioni

Castel Sant'Angelo, ospita numerose collezioni, in larga misura fruibili da parte del grande pubblico, provenienti in parte da donazioni di privati (come ad esempio la donazione Contini Bonaccorsi o la donazione Menotti, comprendenti mobili, suppellettili e preziosi dipinti) in parte dal cuore stesso del castello, come le pregevoli ceramiche rinascimentali o i lacerti della monumentale decorazione scultorea di epoca romana, emersi dalle viscere dell'antico sepolcro di Adriano nel corso delle numerose campagne di scavo e restauro.

LE CERAMICHE

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La didattica

Le attività didattiche di Castel Sant'Angelo fanno capo al Laboratorio Didattico della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, la cui attività si esplica nella organizzazione e nel coordinamento generale dei servizi educativi, con il fine di promuovere la conoscenza del Museo presso il grande pubblico.

Il calendario costantemente aggiornato di tutte le iniziative, i corsi e le attività didattiche relative al Castel Sant'Angelo ed a tutti gli altri musei afferenti alla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano - Palazzo Barberini, Galleria Spada, Galleria Corsini, Galleria Borghese, Palazzo Venezia, Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, Museo Aperto del Tridente - è consultabile presso il sito della Soprintendenza

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